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176 | Matteo Bandello |
E col ritorno calmo e luminoso
4In un momento poi tornar lo suole:
Così partendo il mio bel vivo sole
Freddo lasciommi e tutto sospiroso,
Or che ritorna caldo e ancor gioioso
8Che resti e lieto canti ognora vuole.
S’allegra meco il ciel che più sereno
È dell’usato, e ’l Mencio assai più chiaro
11Corre ed ondeggia d’allegrezza pieno.
Fanno gli augelli un bel concento e raro,
Ride la terra, e scopre Flora il seno;
14Che con Madonna Amor ritorna a paro.
V. 1. Si accosti il primo verso della prima quartina al primo della seconda; il secondo al secondo, e così via; si vedrà palese con quale studio, artificioso e formale, il Bandello costruisca il suo componimento, in obbedienza alle fredde norme della simmetria.
V. 5. Il mio bel vivo sole, ecco la Mencia fulgida agli occhi del suo poeta.
V. 12. Fanno gli augelli..... ride la terra; e più sopra v. 9: s’allegra meco il ciel che più sereno, reminiscenze tutte del petrarchesco: «Zefiro torna, e ’l bel tempo rimena | . . . . . . | Ridono i prati e ’l ciel si rasserena | Giove s’allegra», ecc., Canzoniere, CCCX, vv. 1, 5-6.
CXVI.
Rimedita sui pensieri che lo turbarono durante l’assenza, e che lo allietarono al ritorno della Mencia. Invoca l’aiuto del fiume omonimo della donna, e partecipe spirituale del suo travaglio d’amore, perchè non avvengano ulteriori partenze di lei.
Mentre da noi Madonna è stata assente
Parea che l’aria ombrasse d’ogn’intorno
Oscura notte, e tu, bel fiume adorno,