Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/157

154 Matteo Bandello


XCVIII.

Esalta tra i fiumi d’Italia, il Mincio; tra le donne la Mencia. Riferisce la predizione dell’indovina tebana Manto a tenor della quale fu da tempo immemorabile vaticinata la nascita della Mencia e del di lei cantore, e cioè del Bandello stesso.
        Sestina.


Di quanto scalda il sol, e copre il cielo,
     Tutta la grazia, e tutto ’l bel che ’n terra
     Raccolto splende in questa vaga Donna;
     Così quant’acque al mar da monti e valli
     5Rendon tributo, e stagnan per li campi
     Sormonta il Mencio onor degli altri fiumi.
L’Eridano chiamato Re de’ fiumi.
     Ora soggiace per destin del cielo
     Al figlio di Benaco in questi campi,
     10Di cui le limpide onde l’alma terra
     In grembo accoglie, e sparge per le valli,
     Ove son l’ossa della maga Donna,
     Che fuggendo da Tebe, quella donna
     Dopo i solcati laghi, mari e fiumi.
     15La stanza elesse in queste acquose valli.
     E prima che morisse alzati al cielo
     Il viso e gli occhi dalla bassa terra
     Disse cantando in mezzo a questi campi:
Vedrete dopo lunga etate, o campi.
     20Posarsi qui sì gloriosa Donna,
     Che simil non sarà sovra la terra.
     Ch’ella col lume de’ begli occhi i fiumi
     Arder farà sovente. Allor il cielo
     Benigno guarderà le nostre valli;