Dalle rosate labbra dolcemente,
Scoprir si vide il sole
Con l’alta luce viva,
Lume del mondo e vita d’ogni gente. 20Ch’allor allor repente
Cessò la pioggia e ’l vento,
E senza nubi o velo
Sereno apparse il cielo
Alla dolce armonia fermato, e intento. 25Ahi! che soave voce
Che m’arde e non mi noce.
E gli augelletti gai
Che ’n questi giorni lieti
Van disfogando il duol acerbo e amaro, 30I lor pietosi lai
Su per li rami queti
Dal bel concento vinti intralasciaro.
Che lor ben parve raro
Quel canto, anzi divino, 35Veggendo l’erbe, e i fiori
Novi vestir colori
E farsi allor più vago il bel giardino.
Dove cantava quella
Dolce d’amor rubella. 40Ella cantava allora
Con tanta maestate.
Che mortal lingua nol potrìa scoprire.
E ben che mostri ognora
Nova divinitate, 45Che tutto ’l mondo fa di sè gioire,
Faceva allor uscire
Tante dolcezze e tali,
E non so che da quelli