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Il Canzoniere 141


LXXXIX.

Parla alla propria Anima errante, che suole andarsene a stare con la sua Donna.
        Canzone.
        Dopo il congedo segue, nell’ediz. Costa, forse per errore, un breve componimento — una ballata — che può stare da solo, e che indichiamo con numero d’ordine in parentesi quadre. Essa riprende e svolge di bel nuovo il motivo fondamentale della Canzone.


Anima afflitta, che così sovente,
     Come ti sforza il forte mio desire
     Ov’è Madonna gire
     Hai per usanza e seco star in gioia;
     5Se senza te mi trovo in un repente,
     E resto morto, come posso dire
     Ch’io soffra allor martire,
     E che vivendo ognor, ahi lasso! i’ moia?
     Qual dunque, oh strano caso! duol m’annoia,
     10Se teco i sensi miei ne porti ancora?
     Allor dove dimora
     Con tant’affanni il fido mio pensiero,
     Che così morto fa ch’io vivo e spero?
Che dico! o dove sono! allor, o l’alma,
     15Che queste membra lasci, e al vago viso
     Vai, che da me diviso
     M’ha con que’ vivi di begli occhi rai,
     Un certo non so che nel cor s’inalma
     Sì che mi fa veder il dolce viso,
     20Che mostra il paradiso
     Di quanto bel si vide in terra mai;
     Chè fra rubini e perle allor ten stai,
     Ove chi mira mai non langue o more,