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Il Canzoniere 127


LXXIII.

Ripensa al momento del distacco dalla Mencia, ed è stupito di non esser morto d’angoscia.
        Ballata.


Se nel partir da Voi
     Senz’alma non restai, qual mai martire
     Mi farà. Donna, for di vita uscire?
So ben che quanta mai provasse doglia
     5Più sfortunato amante,
     Di nulla è par al duol, ch’io porto in core.
     Ma come for di pena in pene tante
     Quest’alma non si toglia,
     Dir noi saprei, così mi concia Amore.
     10Onde per men dolore
     Nanzi a’ vostr’occhi bramo di morire,
     12Ch’i’ soffro quel che non si può soffrire.


V. 7. Pena in pene, allitterazione.

V. 9. Concia, mi acconcia, mi rende malconcio.

V. 10. Men, per un dolore minore.


LXXIV.

A Roma. Ripensa ed esalta la vittoria di Publio Cornelio Scipione l’Africano su Annibale.
        Madrigale.

Gli animi vantatori e invitti Ispani,
     E quella audace gente,
     Li fraudolenti e indomiti Affricani