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Il Canzoniere | 123 |
LXIX.
Benedice Amore che lo lega alla Mencia e lo infiamma di passione. Tutto il sonetto è abile congegno di parole sul motivo fondamentale del laccio e della fiamma; cfr. son. LXVI, vv. 4-8.
I’ benedico, Amor, e lodo ognora
Il caro laccio, e l’alma fiamma ardente,
Con che m’allacci ed ardi dolcemente,
4E fai ch’i’ viva in altri, ed in me mora.
M’annoda il biondo e crespo crin, ch’all’òra
Soave scherza, e abbrucia ardentemente
Di que’ begli occhi il lume chiar, cocente,
8Che per mio sol il mondo ammira e onora.
Così lodando le catene e ’l fuoco,
Mi pasco di pensar alla beltate,
11Onde la corda, ed il fucile prendi.
E così godo privo di pietate,
Ch’ogni tuo strazio, Amor, mi par un giuoco,
14Mercè di lei, per cui mi leghi e incendi.
V. 4. In altri, nella Mencia cui tu Amore mi avvinci.
V. 11. Onde, dalla quale beltà tu o Amore prendi la corda fatta col biondo e crespo crin e mi leghi, e prendi il fucile o focile e cioè la fiamma per darmi ardore. Così — vedi v. 14 — mi leghi e incendi.