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Il Canzoniere | 117 |
V. 9. Le viole oltre misura, cioè fuor del consueto, profumate.
V. 12. Capricorno, segno dello Zodiaco, che corrisponde al cuor dell’inverno. Il sole è in questa costellazione, ma la Mencia fa fiorir primavera.
V. 13. Ecco un esempio di soverchia aggettivazione.
V. 15. Mesi gai, lieti di gaiezza. Altrove usa quest’aggettivo anche con giorni. Segue il Petrarca: «E ’l dì dopo le spalle e i mesi gai», Canz., CCCLIII, v. 4.
LXII.
Con poveri versi non presume di dir di lei compiutamente: ma solo di dar prova del suo buon volere.
Madrigale.
Se con mie basse, e mal limate carte,
Donna gentil, vostre virtù celebro,
Il dir mio rozzo non prendete a sdegno:
Che quanti ornar la chioma sovra il Tebro
Di lauro o d’edra, di mille una parte
Dir non potrìan, non ch’arrivar al segno.
E s’io sì fral a tant’impresa vegno,
Fo per mostrarvi l’alto voler mio,
Che ’n le gran cose basta il buon desìo.
V. 1. Basse, umile stile; cfr. son. XVI, v. 9.
V. 4. Quanti poeti ebbero l’onore dell’incoronazione in Roma, sul Campidoglio, col lauro della gloria sempiterna o con l’edera del ricordo perenne.
V. 5. Di mille, ecc., non potrebbero dire neppur la millesima parte delle sue lodi, nonchè dirle compiutamente, arrivar al segno.
V. 7. Sì fral a, sì debole, sì impari a un’impresa siffatta.