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10 parte prima

ratteri da tenerlo per una delle prime leggende che comparvero intorno al riformatore indiano.

Sarebbe ardua impresa il pigliare in disamina i documenti originali, che hanno servito a scrivere la storia della vita di Çâkyamuni; o che potrebbero servire ad aggiungere ad essa storia qualche fatto nuovo. D’alcuni di questi documenti avremo occasione di parlare nel capitolo che tratterà delle scritture buddhiche; ora mi contenterò di citare quelli soli, che ci saranno fonti principali, a cui attingere le nostre notizie per tessere la vita del Buddha. Oltre il Lalitavistara, sopra citato, dobbiamo a questo fine menzionare un libro birmano che porta il titolo pali di Tatha-gatha-udana, o Lodi del Tathâgatha,1 il quale contiene la storia e la leggenda di Çâkya; e si estende anche a parlare dei tre concilii tenuti dai discepoli e continuatori delle sue dottrine, affine di compilarne il codice canonico.2 Gli autori singhalesi ci hanno lasciato anch’essi preziosi ricordi risguardanti il fondatore della religione buddhica. E per non parlare del Mahâvança, cronaca del Çeylon, che contiene su tal soggetto importanti notizie, e che ha


    moderno. Vedi il capitolo iii, che tratta dello svolgimento delle dottrine buddhiche.

  1. Tathâgata, nome che vuol dire, colui che viene come quelli che lo precedettero (alludendo ai Buddha che furono prima della venuta di Çâkyamuni), è un titolo, col quale si designa il Buddha presente, specialmente dai Buddhisti della Cina e del Tibet.
  2. Un libro birmano intitolato Ma-la-len-ga-ra, e tradotto da Chester Bennett nel Journal of the American and Oriental Society, vol. iii, contiene un racconto della vita di Çâkyamuni conforme a quello del Lalitavistara Sûtra, ed alcuni credono anzi che esso ne sia una traduzione; ma è da notare però che il Ma-la-len-ga-ra prolunga la biografia di Gâutama fino alla morte di lui, mentre il Sûtra sanscrito interrompe prima la sua narrazione.