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introduzione lxiii

quanta sia la comunanza che taluni veggono fra le dottrine di Çâkyamuni e quelle di Pitagora; o se, per di più, Pitagora non sia che un Buddha greco, nella radice pyth del cui nome si trova la radice sanscrita budh del nome indiano, accresciuta da una finale, non rara ai nomi greci, come in Anassagora, Protagora, Diagora, Praxagora ec. secondo che alcuni altri tenderebbero a supporre. Investigazioni di simil natura non ci terranno occupati; ma, come dicemmo, procureremo di non allontanarci mai dalla esposizione de’ fatti, lasciando a coloro che ne avessero vaghezza, l’incarico di trarne quelle conseguenze, che crederanno opportune.

Lo scopo pertanto che mi sono proposto col libro che viene ora alla luce, è quello d’un modesto compilatore; il quale cerca di riunire notizie attinte, secondo la sua possibilità, alle fonti più pure e più autorevoli intorno alle credenze religiose dell’Asia orientale. So bene che pel Bud-


    ris 1868 — Hoei Schein; or the Discovery of America by Buddhist Monks in the Fifth century, front the Chinese by C. F. Neumann. Translated under revision of the Author by C. G. Leland. London 1874. — C. A. Holmboe, Traces de Buddhisme en Norvége avant l’introduction du christianisme. Paris 1857. Rajendralal Mittra, Buddhism and Odinism, nel Jour. of the A. Soc. of Bengal, 1858, t. xxvii. — V. F. Palmblad, Programmata IV de Buddha et Wodan. Holm, 1822. — A. W. Schlegel, Wodan und Buddha. (Indische Bibliothek, t. i.) Bonn 1823.