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536 parte seconda

«— Ma il numero degli Dei e de’ loro varii ufficii è sì grande, che non può l’uomo a uno a uno prestar adeguata onoranza. Convien dunque che i primi e più nobili e i più potenti sian presi a oggetto di culto speciale; per gli altri bastan feste e sacrifìcii che gli abbraccin tutti, o buona parte. Coloro poi, a cui manca tempo d’andare ora in questa ora in quella chiesa, per le giornaliere funzioni dedicate alle varie deità, possono in casa propria adorare la reggia del Mikado, pregare al domestico altare (kami dana), onorare gli spiriti degli antenati, il sacro patrono del luogo, e il loro iddio tutelare.

«— Nel chiedere agli Dei le grazie che si desidera, e che hanno il potere di concederci, siano le nostre preghiere brevi, affine di non annoiare la divinità.

«— Alzatoti di buon mattino, ti laverai il viso, le mani e tutto il corpo, e ti sciacquerai la bocca; poi con la faccia voltata in verso Yamato, batti due volte insieme le palme, e prostrati con la testa al suolo: quindi inginocchiati su i talloni, in quella stessa guisa, che si usa salutare il signore; e prega così:

«— Reverente m’inchino innanzi ad Ameno Mihashira e Kunino Mihashira, appellati Shinatsu hikono kami e Shinatsu himeno kami,1 a’ quali è consacrato il tempio costrutto con solide colonne a Tatsutano Tacinu, nel comune di Heguri, provincia di Yamato. E invoco benedizione e perdono de’ peccati che involontariamente ho commessi; e supplico che s’allontanino da me le malefiche influenze degli Dei perversi, e che io abbia vita lunga e rigogliosa. Degnatevi, o Kami che governate i venti, di portare agli Iddii celesti e terreni le quotidiane preghiere che io loro indirizzo».



  1. Sono gli Dei de’ venti.