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parte seconda | 531 |
Ninigino ebbe in animo di riconquistare al padre suo il titolo di sovrano del mondo, che gli spettava di diritto; e tenne consiglio con gli altri Dei intorno al da farsi; in quanto che Ohonamuji aveva usurpato il trono, come s’è veduto di sopra. Amenohohi, altro figliuolo d’Amaterasu, che aveva fama di molto accorto, fu mandato in ambasciata a quel Dio, che s’era fatto senza ragione sovrano della terra. Ma per quanto l’ambasciatore abilmente parlasse, non per questo Ohonamuji si lasciò smuovere; e un altro messo fu spedito dal cielo, a imporre a quel re, anco con la forza, di sfrattare dal trono. Risoluto quanto dir si possa, parte il secondo messaggero; ma giunto alla corte e veduta la figliuola del re, chiamata Shitateru hime, innamoratosene perdutamente, dimenticò ogn’altra faccenda. Dovettero insomma partire dal cielo due de’ più valorosi Iddii, Takemika dzuci e Futsunushi, accompagnati da Amenohohi, ì quali finalmente riuscirono a persuadere quel principe a cedere ogni diritto di sovranità sul Giappone in favore di Ninigino mikoto. Ohonamuji lasciò dunque il reame, ma a patto che gli fosse almeno innalzato sulla terra un tempio in suo onore. La richiesta era così discreta, che gli Dei non si opposero; e il tempio fu costruito. E anche oggidì si vede nella provincia di Idzumo un edificio chiamato Ohoyashiro, consacrato a Ohonamuji; il quale la tradizione vuole che sia quello medesimo richiesto dallo stesso Iddio.
Ninigino mikoto divenne così sovrano assoluto del Giappone. Ma prima di scender giù dal sole, ricevette dalla Dea di quello, sua zia, le insegne regali: la spada cioè detta Kusanagino tsurugi,1 la pietra preziosa chiamata Yasakanino maya tama, e lo specchio che è ono-
- ↑ Conservata nel sacrario di Atsuta in Owari.