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520 | parte seconda |
gli uomini, tanto meno virtuosi degl’Iddii, non possono sfuggire a tutte le innumerevoli disgrazie, delle quali son cagione quegli spiriti del male.
In quanto alle anime de’ morti, un letterato per nome Hirata in un suo scritto afferma, che esse vanno nella «regione dell’invisibile e del recondito». Ivi continuano la loro esistenza, e tutte possono divenire Iddii; non però egualmente potenti ed efficaci, ma tutti, chi più chi meno, fanno sentire il loro influsso quaggiù. Alcuni han preso residenza ne’ templi fabbricati a loro onore; altri stannosi vicini alle proprie tombe, e rendon servigi o aiutano il lor signore, i loro genitori, la moglie e i figliuoli loro.
Oltre ai sopraddetti Kami sonovi ancora altri enti di minore autorità e potenza, che si chiamano Tama, o «Spiriti». Primi fra questi stanno i Wakimi tama, i quali sono prodotti in un modo singolare: un Dio getta via porzione di sè stesso, si divide, e produce uno, due o più di siffatti esseri; i quali si chiamano come dicemmo, appunto perchè sono in cotal modo separati dalla sostanza divina. Tengono appresso gli Arami tama, spiriti terribili, il cui ufficio è di gastigare gli uomini, per le male opere; i Nigini tama, spìriti graziosi, inclinati all’indulgenza e al perdono, che intercedono gli Iddii pe’ peccatori; e finalmente i Sakimi tama, spiriti benefici, che spandono le loro benedizioni sopra tutti i buoni.
Un codice sacro che insegni specialmente i precetti della dottrina sintoica, come si chiama la religione primitiva de’ Giapponesi, non esiste. La sostanza di questa dottrina rilevasi dal racconto della genesi del mondo e degli Dei nipponici: racconto che precede quello della storia della nazione, di cui discorriamo. Ora i più accreditati libri intorno a tal materia, e in pari tempo le scritture sacre di questa religione, sono il Kojiki «Ricordi