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liv introduzione

noi; non sa farsi un’idea precisa della cagione, che spinge certi uomini ad abbandonare il loro paese natio, a sopportare mille privazioni, ad esporsi a mille pericoli, per portargli una nuova dottrina religiosa, che riconosce volentieri e facilmente per bella e buona, ma che sente di poterne benissimo fare a meno. Secondo lui, ciascuno può avere quelle opinioni religiose che più gli piace, come appunto ciascuno è libero di scegliersi il colore e la forma del proprio abito: e se in ogni paese civile gli uomini devono avere una religione, è appunto perchè in ogni paese civile non è permesso d’uscire di casa senza vestito. — Le forme esterne della religione, presso le alte classi della società cinese, non sono buone che per servire di divertimento al popolo. Ad un funerale, che ebbe luogo a Pechino nel 1861 in occasione della morte di un principe della famiglia imperiale, furono invitati, per accrescere pompa alla cerimonia, i sacerdoti di tutte le religioni che si professano nella capitale: preti del Tao, Lama o sacerdoti del culto buddhico riformato, Bonzi, Mussulmani ed altri.1

Questa indifferenza religiosa fa la disperazione dei missionari, che cercano di propagare il Cristianesimo nell’Impero di mezzo. Il padre Huc lo confessa, e si esprime a questo propo-


  1. Bourboulon, Voyage en Chine et en Mongolie, p. 145.