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498 | parte seconda |
ste edizioni, che contiene quattrocento di tali storielle, aneddoti o favole;1 e ha procurato così agli studiosi delle dottrine religiose dell’Oriente un libro importantissimo per la conoscenza della religione popolare del Tao; libro che anche a noi servirà per compilare il presente capitolo.
Il titolo del testo cinese è, come dicemmo, Thai-shang-Kan-ying-Phien; ed esso medesimo ci dà schiarimenti e sul titolo e sull’indole dell’opera. Ed ecco quel che dice: «Thai-shang, l’Altissimo, è l’epiteto che vien dato da’ Taosi alla persona ch’essi più d’ogni altra venerano, cioè a dir Lao-tse. — Le azioni degli uomini, buone o cattive, commuovono gli spiriti del Cielo e della Terra: ora, questa commozione, questo sentimento che provano i detti esseri soprannaturali a veder le opere dei mortali, viene espresso, nel titolo, con la voce kan. La retribuzione poi che gli spiriti del Cielo e della Terra inviano agli uomini in ricompensa o punizione delle loro opere, si chiama ying. Phien vuol dir libro o capitolo».
«La felicità o la sventura, dice l’Altissimo (Lao-tse), non dipendono dal destino; l’uomo solo, con la propria condotta, può procurarsi o l’una o l’altra. La ricompensa e la pena succedono alle buone o alle cattive azioni, come l’ombra segue il corpo; la quale è in ragion della forma di quello».
«Per la qual cosa su nel Cielo e quaggiù in Terra vi sono diversi spiriti, che hanno ufficio d’osservare attentamente le colpe de’ mortali; e quindi tolgono tante centinaia di giorni di vita, secondo la gravità del peccato, a
- ↑ Khan-ing-pien, le Livre des récompenses et des peines, en Chinois et en Français, accompagné du quatre cents légendes, anecdotes et histoires, qui font connaitre les doctrines, les croyances et les moeurs de la secte de Tao-sse. Paris, 1835.