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lii introduzione

sono poco indulgenti verso le dottrine del Buddha e di Lao-ze, il volgo stesso che le professa, guarda con disprezzo i monaci delle due religioni; e non mancano neppur nella Cina novellisti, come il nostro Boccaccio, che lanciano il ridicolo sopra questi frati dell’Oriente; facendoli soggetto de’ loro racconti, e mordendoli per la loro ipocrisia e per la lussuria, alla quale si danno, non ostante il voto di castità, a cui sono tenuti.1

Termineremo questa Introduzione, con esaminare qual sia lo spirito religioso, che oggi si riscontra presso i popoli, fra’ quali fioriscono le dottrine, di cui abbiamo cercato dì far conoscere l’indole. Il Taoismo e il Buddhismo furono in sul principio origine di turbolenze all’Impero di mezzo; perciò non si mancò di perseguitare aspramente questi religiosi, affine di arrestarne il progresso. Ma tali persecuzioni, come sempre è accaduto nell’estremo Oriente, rivestivano più carattere politico che religioso; ed oggi queste due credenze godono della più assoluta libertà, accanto alla religione nazionale di Confucio. L’odierno popolo cinese si suddivide in increduli e in superstiziosi. Alla prima categoria appartiene la parte più istruita della popolazione, la quale osserva le dottrine confu-


  1. Vedi le Novelle cinesi da me tradotte dal Lung-tu-kung-ngan; e specialmente la 1.a 2.a e 3.a.