scandalo pel costume di radunare nei templi una folla mista de’ due sessi, senza riguardo alcuno. Il nostro autore si mostra poi inesorabile in particolar modo contro a’ monaci, che tentano agitare colle prediche il popolo devoto. «Se qualche bonzo o taosse», seguita il nostro testo, «monta in pulpito e soffia nel fuoco delle cieche passioni del volgo; e raccoglie a calca uomini e donne, e vuol farla da governatore della sua terra; costui dev’essere immantinente punito. Da lontano, con frecce gli sia dato la caccia; da vicino, sia trafitto di spada». — «Chi onora il padre e la madre in casa sua, che bisogno ha di andare al tempio a pregare e a bruciar profumi?.... Cultura e serenità di mente costituiscono il vero paradiso; ignoranza e ottenebrazione di spirito costituiscono il vero inferno. Affidatevi dunque alla guida di questo supremo regolatore, l’intelletto, e non sarete nè indotti in errore, nè còlti in inganno.... In quanto alle false religioni, il Buddhismo e il Taoismo, basta solo non prestarvi fede, che allora, senza chè siano perseguitate, da sè stesse si annientano».1 Se i Cinesi della setta chiamata dei Letterati
- ↑ Scêng-yü-kuang-hsün, cap. vii, parafrasi. Due capitoli di questa importante operetta furono tradotti dal prof. A. Severini: il primo nella Nuova Antologia, luglio 1866, e il secondo nella Rivista Orientale, 1867, fascicolo viii.