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parte seconda 473

Fra i più antichi e più celebri commentatori di Lao-tse è da menzionare Ho-shang-kung, del quale non si conosce il nome vero; e vien sempre chiamato come ora ho detto, perchè abitava una capanna solitaria, posta in riva al Fiume Giallo. Egli si era fatto dottissimo nella filosofìa taose; ed era spesso chiamato a corte dal sovrano d’allora, Hsiao-Wên-ti (179-156 av. C.); il quale aveva un singolare amore per siffatto studio; ma l’oscurità de’ testi, e l’astrusità delle teorie, gli rendevano necessario l’aiuto d’alcun sapiente della materia.

Intorno alla denominazione dell’opera, di cui trattiamo, molti autori indigeni hanno detto il lor parere; ma i più son d’opinione, che venisse chiamata Tao-té-king dalle prime parole Tao e , colle quali incominciano i due libri che la compongono. Non ho messa accanto a que’ due monosillabi la traduzione, perchè, al solito, non è facile trovare due parole, che dicano interamente quello che esprimono le dette voci, secondo il concetto dei taosi. Perciò, cominciando questa breve esposizione dalla dottrina di Lao-tse, chiariremo dapprima le due espressioni surriferite, che formano il titolo del testo sacro del Taoismo.

§ 2. — Abbiamo avuto occasion di parlare non poche volte della parola Tao, secondo il pensare de’ letterati e de’ filosofi confuciani, la quale infatti si trova frequentissimamente negli scritti di quella scuola. Essa, in questo caso, significa «Legge»: legge che governa l’ordine dell’universo e le operazioni dello Yin-Yang, che regola le azioni umane secondo una norma eternamente costante; significa la strada che deve percorrere l’uomo dabbene, il quale vuol conformarsi a’ decreti del Cielo o del destino.1 Per i Buddhisti cinesi il Tao è la Bôdhi o sa-


  1. Vedi pag. 276 e seg.