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470 parte seconda

Tao-ling dapprincipio si mise a studiare i libri classici e i canonici della scuola confuciana; ma vedendo, dice la leggenda della sua vita, che un tale studio non insegnava l’arte di allungar d’un giorno la vita umana, lasciò i King de’ letterati, e si dette all’alchimia, alla magia e all’astrologia. Si ritirò sul monte Lung-hu nella provincia di Kiang-si, dove stette per più di cent’anni, conservandosi fresco e vigoroso come un giovanetto. Lo spirito di Lao-tse lo visitava spesso; ed anzi gli consegnò varii libri di segreti, che lo aiutarono a comporre la gran pietra filosofale, che riuscì a fabbricare a perfezione; dopo di che, innalzatosi su per lo spazio, si perse nelle nuvole. Il suo figliuolo Cang-Heng fu l’erede della dottrina arcana del padre; e il monte Lung-hu diventò uno de’ luoghi più famosi, nella storia del Taoismo. La tradizione di Cang-Tao-ling si continuò a questo modo fino al quinto secolo d. C.; quando un taose per nome Kheu-Khien-ci, proclamatosi il vero discendente e successore di costui, prese il titolo di Thien-shih «Celeste maestro»; e istituì una specie di patriarcato, che doveva presiedere alla Chiesa taose. Si trovò allora che Cang-Tao-ling era discendente, in ottava generazione, di Cang-Liang autore del Su-shu, come abbiam già visto, e si cercarono anche più in antico i primi pontefici del Taoismo. Questo patriarcato proseguì senza intenzione fino al 748 d. C., anno, in cui Hsüan-tsung della dinastia de’ Thang lo riconobbe officialmente, confermò il titolo di Thien-shi, e concesse privilegi ereditarii. In appresso l’imperatore Cên-tsung de’ Sung l’anno 1016 assegnò come appannaggio di questi patriarchi, o pontefici che dir si voglia, molte terre in vicinanza del monte Lung-hu, sede dei Thien-shi, le quali, per la liberalità de’ sovrani che vennero poi, s’andaron sempre accrescendo.