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466 parte seconda

Lieh-tse. Il primo sembra verosimile che fosse immediato discepolo di Lao-tse stesso; e la tradizione vuole che raccogliesse in dodici capitoli le conversazioni ch’egli ebbe col maestro. Quest’opera andò spersa per alcun tempo; solamente negli anni thien-pao (742-756 d. C.) si rinvenne un libro intitolato Thung-yüan-cên-king, che portava il nome di Wên-tse: libro che poco appresso fu dato alla luce. Ma tanti furono gli errori che incorsero nella pubblicazione di questo volume, che appena si potè ricavare il concetto dell’autore. Un letterato cinese, per dare un’idea del contenuto di detta opera, cita alcune sentenze, che mi piace anche a me di riferire, come saggio de’ pensieri di Wên-tse. «— Lo spirito è abbondanza di sapienza; purità di spirito è splendor di sapere. La scienza è tesoro dell’anima; giustezza di cognizioni è pace del cuore. — Gli uomini sommi intendono con lo spirito, i mezzani con l’animo, i volgari con le orecchie. — Il potente bada solo a ciò che può signoreggiare; il facoltoso a ciò che può desiderare; il povero a ciò che può amare. — L’uomo per natura ama la felicità, ma il continuo desiderio di quella sempre più ne lo allontana».

Il più singolare ingegno della scuola Taose è indubitabilmente Cuang-tse, e meriterebbe che si dicesse ampiamente di lui e de’ suoi scritti. Ma non avendone io a mano gli originali, e non essendovi, ch’io mi sappia, traduzione europea, dovrò contentarmi di poche parole.1 Cuang Ceu-tse-hsiu, conosciuto più comunemente col nome di Cuang-tse, nacque nella città di Mêng, nell’an-


  1. Il prof. Leone de Rosny pubblicò la traduzione e il testo di un sol capitolo dell’opera di Cuang-tse, nei suoi Textes chinois anciens et modernes, Paris, 1874.