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parte seconda 465

quest’ultima fosse lavoro d’un personaggio favoloso chiamato Huang-shi-kung, il quale in ricompensa di certi atti d’umiltà fatti da un celebre Taose per nome Cang-liang o Cang-tse-fang, che viveva intorno a dugent’anni av. C., glielo diede in regalo. Questa scrittura che ancora si conserva, e che è posta alcuna volta in appendice alle edizioni del libro di Lao-tse, è di qualche importanza; non ostante che il Ma-Tuan-lin la chiami uno «zibaldone senza principio nè regola, composto di passi tolti da ogni sorta di libri».1

Un altro antico monumento scritto si vantano i Taosi di possedere, contemporaneo al Tao-te-king; e questo si attribuisce a Yin-hsi, primo discepolo di Lao-kün, del quale discorremmo già a suo luogo.2 Negli antichi ricordi della dinastia degli Han si fa menzione di nove capitoli attribuiti a costui; ma nelle storie delle famiglie Sui e Thang non ve n’è fatta più menzione. Soltanto negli anni yung-kia (307-313 d. C.) si credè d’aver rinvenuto il detto libro, a capo del quale era una perfezione che portava il nome di Liu-Hsiang;3 ma lo stile del libro e della perfezione dimostrano chiaramente che l’opera è apocrifa.4

Ma venendo a scrittori, tra’ più antichi e più celebri, della scuola di Lao-tse, su l’autenticità de’ quali non può cader dubbio, sono da nominare Wên-tse,5 Cuang-tse e


  1. Wên-hsien-thung-khao, lib. 211, fol. 27.
  2. Vedi pag. 447 e seg.
  3. Vedi pag. 396-397.
  4. La tradizione parla anche di un altro libro in quindici capitoli, intorno alla dottrina del Tao scritto da Lao-lai-tse, contemporaneo di Confucio e di Lao-tse: libro oggi perduto.
  5. Wên-tse di casato chiamavasi Sin, ed era anche cognominato Ki-jên: era nativo di Kuei-kiu in Ho-nan.