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456 | parte seconda |
tamente legato con l’anima mia; questa, con la materia prima; la materia prima con lo Spirito (Shên), e lo Spirito è strettamente unito al nulla».
Dovendo frattanto definire che cosa siano questi «Spiriti», secondo il concetto cinese, si può dire che tutti gli «Spiriti celesti e terrestri» rappresentano insieme l’energia della natura, suddivisa all’infinito, secondo le forze e l’infinito numero di fenomeni, co’ quali si fan manifeste; e gli «Spiriti umani» rappresentano l’energia dello stato organico della materia, riguardata astrattamente negl’individui, dopo che essi si dipartirono dal mondo. Queste energie sono eterne, come è eterna la materia che le contiene, e per le quali essa si fa sensibile in modi diversi. Ora l’idea dell’immortalità dello spirto, che anima il corpo umano, intesa nel modo che siam venuti dicendo, fece nascere ne’ Cinesi, fin da tempo immemorabile, il desiderio di rendersi consci di quello stato, capaci di godere la felicità d’esistere per tempo indefinito. Ma non potendo immaginare un totale disfacimento del corpo, senza che le energie e le forze vitali anch’esse si dissipassero al tutto: non sapendo cercare in noi nulla che avesse virtù, morto il corpo, di continuare una esistenza propria, scevra dai bisogni e dalla tirannia della materia; si posero, i Cinesi, a cercare i mezzi di rendere questo nostro corpo durevole, atto a viver lungamente, e, se fosse possibile, in eterno; e ciò per via di trasformazioni e metamorfosi, quasi per via di sublimazione della materia che forma gli organi. A questo fine si rivolsero dunque le arti magiche in Cina: trovare un beveraggio, un elisire, una panacea, un Lapis philosophorum, che avessero cosiffatta potenza. Già più di duemila anni avanti la nostra èra si trovano uomini che se ne occuparono; e furon poi, fino a venire al tempo