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xlviii | introduzione |
pendio, fatta da Wu-tsing-ze, si cerca anche lì di metter d’accordo le tre credenze dominanti nell’Impero di mezzo: «Fu da molto tempo provato, dice la citata prefazione, che le parole del Buddha sono mirabilmente conformi alle parole dell’Yi-king e del Lün-yü di Confucio; e che gl’insegnamenti delle tre dottrine non differiscono fra loro. Gli uomini di mente liberale riguardano quelle credenze come contenenti le medesime verità; solo gli uomini di corto intelletto ci veggono divario». Laonde non è raro trovare nelle città della Cina dei templi, su’ cui altari si veggono tre divinità; quella di mezzo rappresentante Lao-ze, e quelle ai lati rappresentanti Confucio e Buddha. Sulla porta di tali edificii c’è scritto San-kiao tang, ossia «tempio consacrato alle tre dottrine»; e al di sopra dell’altare si leggono a grandi caratteri le parole San-kiao-yi-kiao, che voglion dire: «Le tre religioni non formano in sostanza che una religione sola».
Da quanto abbiamo detto appare, che il popolo della Cina e del Giappone accoglie con imparzialità nel suo cuore la fede per tutte le divinità che trova nei templi buddhici, nei sintoici o dedicati ai Kami, e in quelli sacri al culto del Tao; e prega collo stesso fervore le une e le altre: tanto più lieto quanti più santi trova pronti ad ascoltare le sue preghiere, e disposti a esaudirle. Del resto questa strana confusione