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448 parte seconda

cosa, il mediatore andò da Yin-hsi; il quale all’udire siffatto negozio si maravigliò grandemente, e recossi subito a visitar Lao-tse. Allora questi rivolta la parola al famiglio gli disse: — Tu da gran tempo dovresti esser morto; e sono grandissimo numero di anni che tu ministri le mie faccendole. Eri povero, senza mezzi e senza ufficio. Io ti concessi il talismano della vita pura e perpetua, che t’ha reso capace di viver fino a oggi; ed ecco che ora tu vai sparlando di me in questa guisa? Arrivati che noi fossimo stati al reame di An-si, io ti avrei scrupolosamente e indubitatamente pagato in tanti scudi d’oro.1 Come mai non hai tu potuto sopportare altro indugio?

Ciò detto, fece a Siu-kia aprir la bocca e piegar la testa verso terra; sì che il verace talismano dell’eternità gli uscì di corpo e cadde giù: e i caratteri del talismano, scritti in rosso, si vedevano così belli, come fossero stati tracciati di fresco. Siu-kia diventò all’istante un mucchio d’ossa.

Yin-hsi sapendo a prova quanto fosse grande la potenza soprannaturale di Lao-tse, che se voleva poteva infondere di nuovo la vita in que’ miseri avanzi, battendo più volte la testa in terra dinanzi a lui, istantemente lo pregò che resuscitasse il servo; al quale pro-


  1. Il testo di questa leggenda, tradotto dal Julien, a questo punto ha il passo seguente: «Je vais aller vers la mer d’Occident (la mer Caspienne); je visiterai les royaumes de Ta-thsin (l’empire romaine!), de Ki-pin (Cabul), de Thien-tchu (l’Inde), de’ Asi (la Parthie), je vous ordonne de conduire mon char». Questo brano è stato omesso nel testo che ho sotto gli occhi; dove non si fa parola che del viaggio di Lao-tse in An-si (o Asi). Del resto questa non è la sola differenza tra il testo, da cui ha tradotto il Julien e quello, da cui ho tradotto io; ma tali diversità, essendo per lo più di poco rilievo, non le ho avvertite al lettore.