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436 parte seconda

volano, con le frecce. In quanto al Drago, esso che s’innalza in Cielo, che è portato da’ venti e dalle nubi, non so come si potrebbe acchiappare. Oggi ho veduto Loo-tse: egli è come il Drago». — Erano un elogio o erano un biasimo, queste parole di Confucio? Vero è, che questi doveva trovare le astrazioni della filosofia Taose tanto fuor del campo della dottrina pratica e positiva, che egli insegnava, da stimarle di niuno utile agli uomini, e solo degne d’intelletti che amano vagare negli spazii dell’immaginazione, senza arrecar giovamento a chechessia.

Lao-tse non stette molto tempo alla corte del sovrano; ma abbandonata ogni pubblica faccenda, fuggendo la rinomanza, si dedicò tutto solo allo studio, per escogitare quella dottrina, i cui germi gli stavano in mente. Visse non di meno lungo tempo nello Stato di Ceu; e sol quando s’accorse che le cose del governo andavano di male in peggio, per non esser testimone della rovina di quella seconda sua patria, emigrò in altra terra. Giunto a un luogo del confine, detto la «Barriera», un tal Yin-hsi, deputato alla guardia di quella, conoscendo già per fama Lao-tse, fecegli onore; e pregollo caldamente, poichè era deciso di lasciare la società degli uomini e ritirarsi in solitudine, che esponesse almeno per iscritto e ordinatamente la dottrina del Tao, la quale aveva egli tanto tempo meditata, affinchè non andasse obliato e perduto un siffatto tesoro. Lao-tse vinto dall’istanza di Yin-hsi, espose il suo sistema di filosofìa, in due libri e in cinquemila parole; glieli consegnò, e poi partì; nè si seppe mai più quel che avvenisse di lui. La detta Barriera è a’ confini della provincia di Ho-nan, per andare in quella di Shen-si: chiamavasi, Han-khu-kiu-kuan, ossia Vecchia barriera di Han-khu, città che oggi