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parte seconda 433

d’essi, «l’autore non si lasciò sedurre da’ ciarlatani dati al culto de’ Genii, che venerano Lao-tse come un Dio; ma ne narrò la vita, rivelando il paese natale, e i figliuoli, e i nipoti di costui, per mostrare che non era che un uomo come gli altri».

Una breve operetta intitolata Lieh-sien-cuan, la quale contiene gli elogi di settanta immortali, sarebbe anch’essa di molta autorità, se realmente fosse di Liu-Hsiang, a cui si attribuisce: avendo egli scritto poco dopo Sse-ma-Thsien, ed essendo critico dotto e imparziale; ma gli eruditi cinesi mettono in dubbio l’autenticità di


    alla luna, di color chiaro. L’altare pe’ sacrificii offerti al cielo è tondo, quello dedicato alla terra è quadrato. Le preghiere, quando sono indirizzate al Cielo, sono scritte di vermiglio su fondo azzurro; quando sono indirizzate alla terra, di nero su fondo giallo; quando sono indirizzate agli antenati, pure di nero, ma su fondo bianco.
    I sacerdoti della Religione dello Stato sono l’imperatore stesso, che è pontefice massimo nelle cerimonie del culto, e tutti i cortigiani, secondo il lor grado. Sacerdotesse non ve n’ha. Solamente quando si compie il sacrificio alla Dea protettrice del filugello e della seta, vi prendon parte l’imperatrice, varie concubine dell’imperatore, le principesse ecc.
    Coloro che sono incaricati d’un sacrificio, vi si preparano nel seguente modo. Devono digiunare per tre giorni, fare abluzioni, abitar una camera nettissima, e astenersi: 1º da giudicar delinquenti; 2º da andare a festini; 3º da ascoltar musica; 4º da coabitar colla moglie o con la concubina; 5º da curar malattie; 6º dal lutto per la morte d’alcuno; 7º dal vino; 8º dal mangiar cipolle, porri ed agli.
    Le vittime sacrificate e le cose offerte sono vitelli, buoi, pecore, porci, stoffe di seta. In occasione dei gran sacrificii le vittime devono esser purificate per novanta giorni; pe’ sacrificii mezzani, trenta; per gl’inferiori, dieci. I sacrificii al Cielo si fanno nel giorno del solstizio d’inverno; quegli alla Terra, nel solstizio di estate; e gli altri sono in certi determinati tempi, che qui non è luogo da riferire.