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430 parte seconda

Benchè l’uomo non sia pe’ filosofi confuciani che un prodotto della Natura, una manifestazione dello Yin-Yang, un composto de’ «Cinque elementi», al pari di tutte le altre cose esistenti; benchè egli altro non sia che un figliuolo del Cielo e della Terra, i quali lo procrearono alla stessa guisa d’ogni creatura, laonde può dirsi fratello a tutti gli esseri; nondimeno ebbe in eredità tanta parte di quella potenza creatrice della Natura, che non solo riuscì l’opera più perfetta e più nobile, ma egli divenne eziandio il terzo termine di quella triade, che simboleggia l’Universo. Le due potenze Cielo e Terra bastarono da sè sole a dare assetto al mondo come sede selvaggia d’ogni animale; apparso l’Uomo, trovatosi a disagio in quella rozza natura, e sentendosi forte e capace di tramutarla, egli si pose all’opera associandosi al lavoro della creazione, per dare assetto al mondo come sede di società civili. La personificazione di questa terza potenza della natura è quel che i Cinesi chiamano Shêng-jên «Il santo»,1 essere sovranamente perfetto e omnisciente.

L’Yi-king e i filosofi della scuola de’ Sung, parlando della Triade Cielo, Terra e Uomo, così si esprimono: Il principio per cui procede il «Cielo» è costituito dalle due forze Yin e Yang; quello, per cui precede la «Terra», da ciò che è forte e ciò che è debole (volendo intendere con questo una forza vigorosa attiva, e una tendenza a patir docilmente l’efficacia di quella); il principio, per cui procede l’«Uomo» è costituito dall’amore e dalla giustizia. Lo Yin e lo Yang divenuti Forma (la quale si disse Essenza o Materia prima, Khi), costituì il fondamento del Cielo: il «forte e il debole» (o l’attivo e il


  1. Confronta Cung-yung, xxii e xxxi.