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428 | parte seconda |
sero dalla sua propria natura riguardato come un essere intelligente e socievole, e si messero a base della morale. E siccome non c’è società senza governo, non c’è governo senza dipendenza, non c’è dipendenza senza autorità; questa venne stabilita per nascita e per merito. Alla nascita la conferisce soltanto la differenza d’età. Così il padre e la madre hanno naturalmente potestà sopra i figliuoli; e i fratelli maggiori sopra i minori. Il merito conferisce autorità a coloro, che devono soprastare ad altri, a cui non sian legati per vincoli di sangue.
I doveri universalmente necessarii al viver civile sono cinque; e l’uomo possiede in sè stesso tre qualità naturali per adempierli. I cinque doveri provengono dalle cinque relazioni o attinenze che necessariamente si hanno di fronte alla società: le relazioni cioè tra principe e suddito, tra genitori e figliuoli, tra marito e moglie, tra fratello maggiore e fratel minore, tra amico e amico. Scienza, amore e fortezza sono le tre virtù cardinali per praticare i sopraddetti doveri. La prima virtù serve per conoscerli, la seconda per ridurli in atto, la terza, per mantenervisi. Queste tre virtù sono nondimeno comprese in una sola potenza morale che piglia nome di Chêng:1 vocabolo che vuol dire insieme «perfezione» e «perfettibilità»; o in altri termini, significa la via, per cui procede il Cielo, e quella, per cui deve proceder l’uomo.2
La natura umana, con tutte le sue facoltà e virtù, nel prodursi e nel formarsi, ha avuto una stessa origine
- ↑ Cung-yung, xx, 7, e Commento.
- ↑ Cung-yung, xx, 17. — La parola Chêng è diversamente tradotta. Primamente vuol dire «verità, sincerità, realtà»; il Legge la traduce «Sincerity»; e altra volta «self-completion»; il Rémusat «perfection morale»; l’Intorcetta «vera solidaque perfectio».