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parte seconda 401

sero che tenersi ciecamente alla lettera, senza che il pensiero si facesse bene addentro ne’ concetti delle antiche scritture. Fatto sta, che quantunque gli autori che furono prima di Ceu-tse, compreso Confucio, professassero di non far altro che insegnare quel che era contenuto ne’ King, qualche novità, a loro insaputa, pur s’introdusse nella vecchia dottrina; ma di sì poco conto, che passò inosservata, e si perse e confuse tra quelle che nacquero durante il grande incremento, che ebbero le discipline speculative al tempo dei Sung.

La scuola iniziata da Ceu-tse proseguì gloriosamente, in ispecial modo per opera de’ due fratelli Chêng-Hao e Chêng-I, suoi contemporanei; i quali s’occuparono specialmente dei libri classici Ta-hsio e Cung-yung, a cui dettero un razionale ordinamento, e tolsero di mezzo al Li-ki, del quale avevano fino allora fatto parte.1


  1. Chêng-Hao Po-shun soprannominato Ming-tao, del paese di Khung-hsien nella provincia di Ho-nan, morì l’ottavo degli anni yüan-fun (1085 d. C.), all’età di poco meno che undici lustri. Ebbe il titolo postumo di Wên-lu-king. — Chêng-I Cêng-shu soprannominato I-chuan, fratello minore del sopraddetto, morì il primo degli anni ta-kuan (1107 d. C.).
    «Le tradizioni della dottrina di Confucio «dice l’Enciclopedia sinico-giapponese, che abbiamo avuto occasione di citar più volte» dopo la morte di Mencio andarono vie più in rovina; e quantunque i libri che le conservavano ci fossero sempre, coloro che li conoscevano e li studiavano erano pochi. I fratelli Chêng furono tra questi; e vollero anzi farsi ravvivatori di quella fiamma, che da Mencio in qua era cotanto illanguidita. Presero a illustrare e spiegare l’Yi-king disposero ordinatamente i testi del Ta-hsio e del Cung-yung, che Siao-Tai aveva incorporati nei quarantanove libri del Li-ki; cosicchè eglino fecero veramente tornare in onore la dottrina de’ Letterati. Negli anni shun-hsi (1174-1190), mentre regnava l’imperatore Hsiao-Tsung, il dotto Cu-hsi riunì al Lun-yü e a Mêng-tse, co’ lor