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396 parte seconda

tse, Han-fei-tse e specialmente Cuang-tse1 dettero molto credito e gran diffusione, non furono piccolo ostacolo al progredire del Confacianesimo. Ma la lotta più seria l’ebbe a sostenere con l’avversità de’ tempi, che il disordine politico dell’Impero non rendeva propizi a quella riforma morale del popolo, alla quale aspirava il Filosofo cinese: lotta che terminò, come vedemmo, con la distruzione dei King e degli altri libri del medesimo genere.

Il secondo periodo comincia con la dinastia degli Han (206 av. C.). Gli animi del popolo e di molti sovrani volgevano favorevoli alle dottrine del Tao, le quali ebbero in questo tempo il loro pieno svolgimento. Le speculazioni filosofiche fondate sugli scritti della scuola di Lao-tse, e le superstizioni popolari si unirono per formare un nuovo sistema, nel quale la magia e l’astrologia, con tutte le stravaganze che tali filosofi potevano inventare il volgo poteva credere, n’erano la parte principale. Ma non ostante questo, l’autorità di Confucio non ebbe a soffrire; essendochè non mancarono intelletti sani che si dettero allo studio dei testi canonici e dei classici, i quali appunto allora s’andavano di mano in mano ritrovando. E se le dottrine di Lao-tse, così mal comprese e mal coltivate produssero effetti tanto poco conformi alle intenzioni del fondatore della scuola Taoistica, quelle di Confucio si mantennero nella loro integrità; e a questo fine intesero sempre i letterati e i dotti, che si occuparono a commentare e a illustrare gli scritti, che contenevano gl’insegnamenti di quel savio. La letteratura classica s’accrebbe a dismisura, tanto che, in sul terminare di questo secondo periodo, Liu-Hsiang (80-9 av. C.) incaricato dal sovrano allora regnante di compilare un cata-


  1. Intorno a questi filosofi vedi più avanti.