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parte seconda 391


Capitolo VI.


Breve storia della Letteratura e della Filosofia cinese fino all’undecimo secolo d. C.


Quando trattammo del Buddhismo, ragionando delle molte trasformazioni che ebbe, delle molte sètte in cui si partì, e della gran diversità tra la dottrina primitiva e l’odierna, avemmo occasione di conoscere quanto fosse lungo, laborioso e multiforme lo svolgimento di quel sistema religioso: e questo si troverà non soltanto da chi percorre la storia di esso, ma da chiunque prenda a studiare quella di qualunque religione, che abbia per fondameto una letteratura sacra. Il Confucianesimo, tra le altre singolarità, non porge nemmeno fatti consimili. La sua storia non registra tutte quelle vicende, così comuni nella storia di altre credenze: la dottrina dei discepoli di Khung-fu-tse, e quella degli odierni seguaci della scuola chiamata de’ Letterati, non differiscono sostanzialmente fra loro. La qual cosa mi sembra che si possa anch’essa mettere tra le prove, e molte ve n’ha, le quali tendono a dimostrare essere questa dottrina sistema filosofico, piuttosto che religioso.

Al tempo che regnò la dinastia dei Sung (960-1279), un ridestarsi dell’attività intellettuale, sopita da qualche secolo, diede origine a una nuova scuola di filosofi confuciani, i campioni della quale ebbero nome Sung-jü o «Letterati de’ Sung». Alcuni veggono nelle dottrine insegnate da costoro un mutamento notabile, comparandole a quelle di colui che onoran Maestro; e un intendere a tutto spiegare per via di sole forze, fisiche e mecca-