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xl | introduzione |
— Ogni uomo ha qualcosa di superfluo; io solo mi trovo come s’io avessi perso tutto. Sono un uomo povero di spirito; sprovvisto di sapere. Gli uomini son pieni di luce; io solo sto immerso nelle tenebre. Ondeggio incerto in un mare senza limiti, e non mi curo d’un luogo ove posarmi».1
Il libro che Lao-ze lasciò scritto, porta il titolo di Tao-te-King: titolo che viene tradotto «Libro della via e della virtù»; ma che potrebbe essere interpretato: «Libro della potenza del Tao». Non è qui il luogo d’intrattenerci sul significato e valore della parola Tao, che è la base della dottrina di Lao-ze, e che ha dato il nome alla religione che da essa dottrina ne nacque, e ai seguaci di quella. Nei Capitoli risguardanti questo filosofo, i suoi insegnamenti, e il Taoismo moderno, in cui quelli si andarono trasformando, avremo campo d’intrattenerci a lungo su tal soggetto. Il Tao-te-King è piena di speculazioni metafisiche, che rendono la filosofia di Lao-ze superiore a quella di Confucio. Da questo lato, Lao-ze ha il merito, dice il Pavie, di connettersi in qualche modo con alcuna delle idee sparse sulla faccia del mondo pagano; e per conseguenza di riunire la Cina alla gran famiglia delle nazioni, da cui sembrava essersi bruscamente separata, fin dalla sua ori-
- ↑ Tao-te-King, i, xx.