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366 parte seconda

il grado, con cui egli deve esercitare quelle facoltà, perchè riescano efficaci. Cung-yung vuol dimostrare che quelle facoltà morali e intellettuali, son quelle che, in fatto, costituiscono l’umana natura incorrotta, tale e quale ci provien dal Cielo, dal formatore e conservatore dell’universo. Dice che il modo e la regola per conseguire il fine si rileva dalla sana e verace educazione; la quale non deve consistere in altro che nell’insegnare all’uomo a tenersi strettamente a’ dettami della natura. Il testo del Ta-hsio termina dicendo, che dalla piena manifestazione della potenza morale e intellettuale dipende lo stato perfettamente civile della società; il Cung-yung termina con l’affermare, che dalla condizione perfetta d’equilibrio e d’armonia, nelle forze fisiche e biologiche riguardo alla natura, ne’ sentimenti e nelle passioni riguardo all’uomo, dipende l’esistenza dell’universo, e la vita degli esseri. Ed ora entriamo a parlare del terzo dei Classici.

§ 3. — «Il Lun-yü, dice una storia della letteratura del tempo degli Han occidentali, contiene le risposte di Confucio alle quistioni fattegli dai contemporanei e dai discepoli. I quali, conversando insieme con lui, solevano prender ricordo del suo ragionare; e dopo la morte del Maestro, raccolte e ordinate le loro note, le pubblicarono col titolo di Lun-yü «Conversazioni».1Cêng-Ming-tao crede invece che questo libro sia soltanto opera di due soli discepoli, Yu-tse e Tsêng-tse.

Dopo la caduta della dinastia dei Thsin, quando i dotti cominciarono a occuparsi di ricuperare i King, si venne a scoprire due copie del Lun-yü; una proveniente dal reame di Lu, che fu resa pubblica per cura di Hsia-heu-sheng; l’altra proveniente dal reame di Thsi, che fu


  1. Wen-hsien-thung-kao, lib. clxxxiv, fol. 1.