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parte seconda 345


A quest’ultimo degli Wu-King, il Chun-thsiu, furono fatti tre commenti, da tre celebri letterati; i quali commenti furono tenuti in tanto pregio, che, come dicemmo già, contaronsi fra i testi canonici. Il primo, che è anche il solo che ci sia rimasto, fu opera di Tso Khiu-ming: il secondo, di Kung Yang-kao del paese di Thsi; l’ultimo, di Ku Liang-chih del paese di Lu. Tso Khiu-ming fu contemporaneo e discepolo di Confucio;1 ed ebbe ufficio di «Grande istoriografo dello Stato di Lu.» Aveva dunque modo di frugar per gli archivi, e consultar documenti, e correggere o ampliare le notizie del Chun-thsiu, dove si registravano con brevi parole gli avvenimenti notevoli. Laonde il suo commento, conosciuto col titolo di Tso-cuan, racconta per minuto alcuni fatti, che la Cronica accenna appena; ne rettifica alcuni altri, e dappertutto esercita una critica giudiziosa.2

Il Chun-thsiu fu creduto dal Legge, quando questo dotto sinologo pubblicò il primo volume della sua traduzione dei Classici cinesi (1861), il solo tra i libri attribuiti a Confucio, che si potesse tenere a più giusto titolo


    avvenute durante i 242 anni del periodo del Chun-thsiu: tavola che è stata riportata anche dal Legge a p. 86 dei Prolegomeni del vol. iii dei suoi Chinese Classics. — Devesi però notare, che due di queste eclissi, la 21a e la 24a sono state trovate false dai dotti cinesi del tempo dei Thang; e due altre, erronee, e queste sono la 10a e la 15a, come dimostrarono gli astronomi cinesi del tempo dei Tsin orientali.

  1. Lun-yü, v, xxiv.
  2. Il primo libro del Chun-thsiu fu tradotto dal Bayer in latino nei Commentaria Academiae Petropolitanae. vol. vii, p. 398-399 (col testo Cinese). Si parla anche d’una traduzione in Russo inedita del Padre Daniele della missione ecclesiastica russa di Pechino. Il Legge lo ha tradotto unitamente al Tso-cuan nel iv vol., parte i e ii dei suoi Chinese Classics.