Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/411

336 parte seconda

di sei, sette ed otto secoli.1 L’antica prefazione di Puh-shang al Libro dei versi2 ci vuol fare intendere il fine, pel quale esso fu compilato. «I moti del cuore e dell’anima, dice egli, finchè son chiusi in noi, fanno il sentimento; espressi, son poesia. Alle passioni che ci agitano vorremmo noi dare quasi forma visibile; ma le parole non bastano, e le moduliamo; neppur ciò è sufficiente, e allora queste voci modulate si prolungano in canto». La poesia era sempre accompagnata alla musica; la quale anche là, nella Cina, fu riguardata come una delle più nobili e sincere espressioni dell’animo umano. Perciò la tradizione vuole, che gli antichi sapienti cinesi non stimassero miglior mezzo per venire a conoscenza dell’indole, de’ pensieri e de’ bisogni del popolo, che quello di conoscere le poesie che nacquero da esso. Il Li-ki assicura in fatti, che ogni cinque anni l’imperatore faceva


    leur Gouvernement et de leur Morale, traduit et enrichi de notes, par Feu le P. Gaubil, Missionaire à la Chine. Revu et corrigé, etc. par M. de Guignes. Paris 1770. — Questa traduzione fu riprodotta, con qualche correzione, dal Pauthier nella sua opera: Les Livres sacrés de l’Orient. Paris 1840.
    The Shoo-King, or The Historical Classic, being the most ancient authentic record of Record of the Annals of the Chinese Empire: illustrated by later commentators. Translated by W. H. Medhurst, Shangae, 1846.
    The Chinese Classics, by James Legge, D. D. vol. iii, part. i e ii, Hongkong, 1865.

  1. La più antica risale al 1719, av. C.
  2. Tse-hsia, soprannominato Puh-shang, era discepolo di Confucio e fiorì nel v secolo av. C. La sua prefazione, nel catalogo bibliografico della dinastia dei Thang, appare come pubblicazione separata dallo Shih-King, col titolo Puh-tse-shang-shih-sü erh-kiuan. I brani tradotti di sopra sono tolti dalla prefazione di Puh-shang, riportata nella eccellente crestomazia cinese intitolata Cao-ming-wên-siun-cu.