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334 | parte seconda |
libri, che autorità hanno, chi li scrisse o li compilò. La materia de’ seguenti capitoli sarà singolarmente fornita dai «Libri Classici» o dai Sse-shu: i canonici, o gli Wu-king, conservano memoria della Cina quale era avanti la nascita del gran filosofo, e li abbiamo messi a profitto, come meglio abbiam potuto, quando in altro luogo trattammo questo argomento. Le dottrine di Confucio e della sua scuola si attingono massimamente dai Libri Classici; e di essi ci dobbiamo ora dunque occupare in particolar modo. Ma non avendo dato fin qui che notizie imperfette delle scritture canoniche, prima di parlare delle classiche stimo conveniente dir qualcosa di più anche delle prime. È bene notare però fino da principio, che questa distinzione di canonico e di classico è un po’ arbitraria: e adoperata soltanto per indicare anche noi, con vocaboli italiani, quelle due serie stabilite dai Cinesi; le quali non di meno contengono scritture, che, in sostanza, sono tutte insieme tanto canoniche, quanto classiche.
King è parola, che significa filo che serve all’orditura d’una tela; e poi, ordire, tessere; poi anche modello, legge, regola, canone. Shu vuol dire scrivere; e se si dovesse guardare alle parti che compongono il carattere cinese, parlar col pennello: le sei diverse specie di calligrafia usate in Cina si chiamarono col nome comune di shu; un foglio scritto, una lettera, un documento, un libro stampato sono anch’essi shu; e i King si possono perciò indicare con l’appellativo generico di Shu,1 come i nove libri canonici e i quattro classici furono, al tempo della dinastia di Thang, chiamati «I Tredici King». Il numero delle scritture indicate con que-
- ↑ Khang-hsi-tse-tien, clas. lxxiii, fol. 32v.