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parte seconda 329

v l’I-li, altra opera sul cerimoniale, vi il Li-ki; vii, viii e ix tre edizioni diverse, con diverso comento, della Cronica di Lu, o Chun-thsiu, l’una dovuta a Tso-khiu Ming, l’altra a Kung-yang Kao, la terza a Kuh-liang Cih. Nella famosa compilazione dei classici fatta per ordine dell’imperatore Thai-tsung dei Thang (627-649 d. C.), la quale venne in luce durante il regno del suo successore Kao-tsung (650-684), le scritture furono ordinate in xiii king così distinti; i Yih-king, ii Shih-king, iii Shu-king, iv, v, vi i tre surriferiti cementi del Chun-thsiu, vii Li-ki, viii Ceu-li, ix I-li, x Lun-yü, xi Erh-ya, che è un antichissimo lessico della lingua cinese, xii Hsiao-king, ossia il «Libro dell’amor filiale» e finalmente xiii il libro di Mêng-tse. In appresso gli scritti di Mêng-tse, il Lun-yü e il Hsiao-king furono tolti dai king propriamente detti, e insieme col Ta-hsio e il Cung-yun fecero i «Piccoli king»; in appresso si ritornò all’antica divisione, che abbiamo riferita di sopra. Questa raccolta, eccettuatine i libri dell’Yih-king, costituì l’antica letteratura, o le opere capitali di essa, che le fiamme accese dall’ira del primo imperatore assoluto della Cina tentarono invano distruggere; per distruggere al tempo stesso i nemici di quell’unità nazionale, che non era fra i concetti dei savii dell’antichità, de’ quali que’ vecchi testi cantavano le lodi.

Ora dunque al tempo di questa distruzione delle memorie antiche, e di questa persecuzione ai letterati e ai filosofi, si adoperava ogni strattagemma per sottrarre dal fuoco alcuna di quelle venerate scritture. I luoghi preferiti per nascondere i libri condannati dall’editto imperiale, libri che allora erano scritti in tavolette di bambù,1


  1. «Le cose di molta importanza (letteralmente: i grandi affari) si registravano nei thse; quelle di minore importanza (i piccoli