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328 parte seconda

§ 7. — Degli Wu-king e dei Sse-shu, ossia dei «Cinque libri Canonici» e dei «Quattro Classici», i quali compongono le Scritture sacre della Cina, tratteremo ne’ due Capitoli che seguono. Ora, per intendere quel che sarem per dire, intorno al loro ritrovamento dopo l’ecatombe letteraria di Thsin Shih-Huang-ti, è necessario almeno enumerarli. I Cinque libri Canonici dunque sono: «Il Libro delle Istorie» Shu-king, che abbraccia la storia cinese dall’imperatore Yao ai sovrani di Ceu; «Il Libro dei versi», Shih-king, che raccoglie tutte le canzoni che correvano per la bocca del popolo a’ tempi di Confucio, e nei secoli avanti; «Il libro dei riti» o Li-ki; «La cronica del reame di Lu», che ha il titolo di Chun-thsiu; e l’Yi-king, che intanto, traducendo alla lettera il titolo, ci contenteremo di chiamare «Il libro de’ mutamenti». I Quattro classici o i Sse-shu sono: 1º il Ta-hsio, 2º il Cung-yung, 3º il Lun-yü, e 4º l’opera di Mêng-tse; per la natura del loro contenuto non possiamo definirli in poche parole: ma per ora basta conoscerli solo di nome. Confucio è tenuto generalmente per autore o compilatore di quasi tutte queste opere (eccetto naturalmente il libro di Mêng-tse, ed anche il Cung-yung). Nondimeno il Li-ki sembra certo essere una produzione posteriore; e degli altri King non è bene stabilita la parte che ebbe il nostro filosofo, come compilatore, ordinatore, o comentatore dei testi sacri.

Questa divisione dei libri, venerati dai Cinesi come il più gran monumento della loro civiltà, è quella usata oggigiorno, ed è anche la più antica. Ma non fu però sempre la stessa; ed una volta le scritture sacre si indicavano tutte col nome di Kiu-king, cioè a dire i «Nove King»; ed erano i l’Yi-king, ii lo Shih-king, iii lo Shu-king, iv il Ceu-li, o rituale della dinastia dei Ceu,