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322 | parte seconda |
cetta i vasi sacrificiali che ti poniamo dinanzi; mentre compresi di rispetto facciam risuonar le campane e i timpani». Deposte le offerte di vario genere, un ufficiale legge il seguente: «In questo mese... ed anno..., l’Imperatore offre sacrificii al filosofo Khung, l’antico maestro, il saggio perfetto, e dice: — O maestro, che per virtù sei eguale al Cielo e alla Terra! o filosofo, la cui dottrina abbraccia il presente e l’avvenire! che compilasti e ci desti in retaggio i Libri sacri, a perpetua istruzione di tutte le generazioni; oggi secondo mese di primavera (o autunno), in reverente osservanza degli antichi statuti, con vittime, seta, vino e frutta, umilmente ti ossequio. Con te intendo onorare insieme il filosofo Yen, tuo continuatore, il filosofo Tsêng, espositore dei tuoi principii immortali, il filosofo Tse-sse, trasmettitore di quelli, e il filosofo Mêng, che è come un secondo te stesso. Ti possano esser grate le nostre offerte, o sovrano filosofo!».1
§ 6. — Torniamo a dire degl’intendimenti di Confucio. Questo filosofo, commosso e addolorato in veder la nazione divisa dalle discordie, lacerata dall’ambizione dei principi, caduta in basso per la malvagità d’ogni classe di persone, volle far risplendere agli occhi di tutti gli esempii dell’antichità: di quell’età dell’oro, dai costumi semplici, che dette nascimento a tanti uomini virtuosi e savii. Egli credette che la società del suo tempo si sarebbe lasciata sedurre, come lui, da quella luce che veniva di così lontano, ed era pertanto sì splendente; e a quella avrebbe saputo riconoscere lo smarrito sentiero, entrare di nuovo nella retta strada e non dipartirsene più. Vana