la Cina ebbe un poco di pace, dopo la distruzione dei regni feudatarii. Degli scritti di questo Savio, che formano il quarto dei Libri classici, tratteremo nel seguente capitolo; ora è mestieri riprendere il filo della nostra esposizione, e ritornare al Maestro.1
§ 5. — Se Confucio ebbe in vita il dolore, che fu quel che più amareggiò la sua esistenza, di vedere inefficaci i suoi insegnamenti a correggere il vizio;2 non gli mancarono pertanto la stima e l’affetto dei suoi concittadini: stima ed affetto che col tempo si trasformarono in culto, che divenne poi nazionale. Questo culto non varcò dapprima gli stretti confini del reame di Lu; ma a poco a poco il tempio, in cui fu convertita la casa che vide nascere il filosofo,3 divenne un luogo di pellegri-
- ↑ Mencio ebbe dall’Imperatore Yen-tsung dei Sung il titolo postumo di Tseu-kuo Kung; e dall’imperatore Thai-yüan della stessa dinastia, quello di Tseu-kuo Yu-shêng-Kung, ossia «Il secondo sapiente (dopo Confucio), Signore del paese di Tseu».
I discepoli di Mencio sono diciassette; ed eccone i nomi:
1. Kung-sun-cheu |
10. Chên-tai
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2. Mêng-cung-tse |
11. Phêng-keng
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3. Kung-tu-tse |
12. Wan-cang
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4. Chên-tsin |
13. Wu-lei-tse
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5. Kao-tse |
14. Kao-tse
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6. Hsü-pi |
15. Fei-ying
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7. Lo-chêng-tse |
16. Chung-yu
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8. Hsien-khiu-mêng |
17. Ceu-hsiao.
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9. Mêng-ki-tse
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- ↑ Lun-yü, vii, 3
- ↑ Questo tempio esisteva, e forse anche ora, nel luogo dove fu la casa di Confucio. Un libro giapponese lo descrive a questo modo: «Il tempio detto Hsüan-shêng miao tempio del Santo universale, è nel luogo detto Khüeh-li, dove era la casa, in cui nacque il Savio, a otto li dalla città di Kiu-fu hsien. La cap-