Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
parte seconda | 315 |
Ni, per invocare il Genio del luogo, lo fecero insieme marito e moglie: ed è inoltre asserito, che mentre essi salivano la strada del monte, le foglie degli alberi e delle erbe si ergevano, e mentre essi scendevano, le dette foglie si abbassavano, come per salutare quella coppia di sposi. Secondo altri poi, e specialmente secondo gli storici indigeni che sdegnano tali favole, il nome di Khiu fu dato al fanciullo, perchè aveva una fronte assai prominente, da farla rassomigliare a una collinetta.1
§ 4. — Non ostante che la dottrina di Confucio fosse, com’egli stesso dice, semplice e tale da penetrare da per tutto;2 sì da poterla compendiare nella massima: «si adoperi ognuno a far l’obbligo suo, ed abbia ognuno per gli altri l’amore che ha per sè stesso»;3 pure ebbe dapprincipio molti ammiratori, ma pochi seguaci; o almeno pochi sinceri osservanti di quella sublime verità. Dall’elogio enfatico che fa di lui un suo nipote, figliuolo di quel Li-yü che nominammo più sopra,4 parrebbe che il nome di Khung-tse avesse presto riempito il mondo intero. «Le sue facoltà, dice egli facendo il ritratto del savio perfetto, col quale vuole personificare Confucio, le sue facoltà sono tali che si possono paragonare a una
- ↑ She-ki, citato in Khang-hsi tse-tien, clas. xxxii, fol. 2, v. 7.
- ↑ Lun-yü, iv, 15.
- ↑ Così traduco le due parole Cung e Shu, le quali sono spiegate dal commentatore, la prima: esaurir sè stesso (nel fare il proprio dovere), la seconda: estendere sè stesso o il proprio affetto agli altri. Quest’ultimo senso è più chiaramente espresso in un altro passo del Lun-yü, citato dal Dizionario di Khang-hsi, dove si trova: — La parola shu vuol dire, che ciò che non è desiderato per sè non si faccia ad altri.
- ↑ Costui è Ki-Tse-sse autore del Cung-yung.