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parte seconda | 308 |
verso il paese di Thsi, accompagnato da pochi, mentre i più se ne andarono alle case loro.1
Confucio non fece ritorno nel paese di Lu che all’età di quarantatrè anni (508 av. C.). Quello Stato era allora in pieno disordine, a cagione del mal governo; e specialmente per opera di un tal Yang-hu, gran dignitario che tentava usurpare il potere sovrano; laonde il nostro filosofo si tenne lontano da tutti i pubblici affari, e si dette nuovamente ai suoi studii prediletti; e in particolare modo a interpretare e illustrare lo Shih-king, lo Shu-king e il Li-ki, e a coltivare la musica. Egli passò così nove anni in mezzo a molti discepoli; quando le cose del governo volgendo al meglio, si decise ad accettare la carica di Governatore di Cung-tu,2 che gli offrì Ting-kung, allora principe di Lu (499 av. C.). Dopo un anno fu fatto «Soprintendente ai Lavori pubblici» (Sse-kung) e poco appresso «Supremo amministratore della Giustizia» (Ta-sse-keu), carica che tenne dieci anni, quindi fu creato Ministro di Stato. Erano appena tre mesi che egli amministrava la cosa pubblica, che il paese di Lu, dicono le storie, ebbe un governo perfetto, sì che gli Stati vicini lo presero tutti a modello.
Dopo questo breve periodo di vita ufficiale, Confucio volle intraprendere un nuovo viaggio fuori de’ confini del suo paese, affine di vedere come i governi dei piccoli reami, che allora costituivano la Cina, si mantenessero fedeli alle dottrine, che egli dapprima aveva loro insegnate con la parola, poi coll’esempio. Ma non ebbe molto a lodarsi di questo suo proposito. Visitò molte