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304 parte seconda

de’ Kien-kuan, famiglia che abitava il vicino reame di Sung; e un anno appresso ebbe un figliuolo, a cui pose nome Li-yü «Pesce Carpo», o Li Peh-yü: perchè in tale occasione il Signore di Lu gli mandò in regalo un bel pesce Li.1 Giunto all’età di venti anni, Cao-kung, che era allora il sovrano di Lu, gli conferì la carica di Wei-li2 «Ricevitore delle tasse sui pascoli», e quella di Ci-li, «Guardiano delle pecore e de’ buoi destinati a’ sacrifìcii». Per quanto modesti fossero questi ufficii, e poco conformi alle occupazioni della maggior parte de’ filosofi, egli li adempì con tutta coscienza e grande zelo: con quello zelo, che messe più tardi negli altri ufficii, ben più importanti, di Governatore e di Ministro. Inquantochè, secondo il parere di Confucio, che dovrebbe essere quello di tutti, l’uomo bisogna che faccia sempre il suo dovere; anche quando è un filosofo, una persona di vaglia, a cui sia affidato un ufficio, che stima inferiore ai proprii meriti. Infatti il nostro Cung-ni, quando i suoi conti tornavano, e i suoi animali erano ben pasciuti e grassi, altero d’aver così ben compito l’obbligo suo, provava la stessa sodisfazione di quando escogitava il commento a’ Libri canonici.3


  1. Kia-yü, xxxix, 6. — Non si dice quanti altri figliuoli avesse il filosofo; certo ebbe oltre a Li-yü anche una figliuola, perchè di essa si parla incidentemente nel Lun-yü v, 1, dicendo che la maritò al suo discepolo Kung Ci-cang.
  2. In Mencio si trova invece che il Principe gli conferì la carica di Cheng-thien; ma il comento alla breve vita di Confucio, che precede il Lun-yü, dice che l’ufficio di Ci-li è lo stesso di quello che Mencio chiama Cheng-thien. Vi è anche un po’ di disaccordo intorno alla natura di tali ufficii. Il comento a un passo di Mencio dice, che l’Wei-li era un soprintendente ai magazzini, e secondo altri, ai granai; e il Cheng-thien, un ispettore delle pasture. Mêng-tse, v, ii, v, 4.
  3. Mêng-tse. Loc. cit.