Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
298 | parte seconda |
e il suo figliuolo Wu-wang, i due primi di questa stirpe reale, che fu detta dei Ceu, dal nome del principato, che era loro appannaggio quando imperavano i Shang, sono tra’ santi, dai quali Confucio dice d’aver attinta la sua dottrina.1 Il territorio di cui essi diventarono sovrani, era circa un terzo di quello che forma la Cina d’oggi: l’antico delta del Fiume Giallo, la valle inferiore del medesimo, e il bacino del fiume Wei, erano le terre del regno di Ceu.2 Il quale al nord confinava col principato di Tsin, al sud col principato di Thsu, all’ovest con quello di Thsin, all’est con quello di Wu e col mare.
La dinastia dei Ceu a giudicare dalla virtù dei suoi primi sovrani pareva destinata, come quella dei Shang, che fu una volta la preferita del Cielo,3 a prosperare e a perpetuarsi; eppure non tardò anch’essa a uscire dalla buona strada, e, d’anno in anno perdendo della sua grandezza, ad avvicinarsi a un totale sfacelo. Gli Stati limitrofi invece, che da feudatari divennero suoi nemici, si andavano accrescendo; e in breve giunsero ad occupare un territorio di molto maggiore dei dominii di Ceu, o del Reame di Mezzo; il quale, stretto come d’assedio da que’ formidabili rivali, era in continuo pericolo di soccombere. Il disordine politico e sociale della Cina, dopo i primi re della schiatta, di cui discorriamo, andò sempre aumentando; e a’ tempi di Confucio era tale, che Mencio lo paragona alla generale devastazione prodotta dalle