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parte seconda | 259 |
Se si seguono i passi di que’ primi parenti del popolo sinico, si vedrà, che dopo un po’ di sosta nel paese ora detto continuarono la loro strada verso il Sud-est, espandendosi sempre più per una larga estensione di suolo, che andavan conquistando, quasi a palmo a palmo, alle rozze tribù, che lo avevano occupato prima di loro. Imperocchè si rileva da’ citati documenti indigeni, che i tre grandi bacini dell’Hoang-ho, del Kiang-tze-kiang e del Ta-kiang, che formano la Cina, erano popolati fin da tempo remotissimo, e prima della venuta de’ Cinesi stessi, da numerose tribù; le quali non è ben chiaro a che stirpe appartenessero, nè donde venissero; ma erano certamente, per indole e per sangue, diverse dagli invasori e civilizzatori del paese, che esse abitavano. Queste incolte tribù non avevano governo, nè tra loro, a quel che sembra, vincoli di nazionalità, che le unissero a difesa d’un nemico comune; laonde non fu difficile ai nuovi venuti di combatterle e conquistarle, e guadagnarsi ben tosto, a cagione della loro relativa civiltà, un assoluto predominio fra esse.
Quando quella prima tribù cinese prese dimora nel futuro suo regno, sembra che essa fosse già passata dallo stato pastorale e nomade, in cui si mantengono anc’oggi i popoli dell’Asia centrale, a quello agrario; imperocchè, come afferma il Legge, le allusioni alla vita pastorale sono pochissime nell’antica letteratura cinese.1 Pertanto di tali allusioni se ne trovano nel «Libro de’ versi», che fa parte di quelle scritture tenute per canoniche; mentre dall’altro lato il nome di «Pastori» o Mu, col quale si chiamavano una volta i capi o i maggiori delle pro-
- ↑ Legge, Chin. Clas., t. iii, parte i. Proleg., p. 191.