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226 | parte prima |
zione in figura delle parti di un tal tempio, rimarrebbe stupito in vedere il grande numero di immagini, tutte in tali atti e con tale aspetto da mostrare la pretensione di rappresentare la divinità, o qualche attributo almeno della divinità stessa. Vederle inoltre la più gran parte sugli altari, in mezzo ai lumi, agl’incensi, ai fiori; oggetto di adorazione pel volgo, di guadagno pe’ preti, di riso e di sprezzo per gli scettici; induce a più forte ragione a credere, che il Buddhismo abbia pure esso il suo Dio, i suoi Santi, i suoi Angeli come qualunque altra dottrina, che aspiri a buon diritto al nome di religione.
Quando si prende a studiare un popolo nella sua fede religiosa, ciò che si presenta prima alla osservazione è, direi così, l’ultimo strato che essa ha lasciato di sè col trascorrere dei secoli: è la corruzione e la superstizione, in cui cade per naturale processo una dottrina, che è entrata nel dominio della credenza di una intera schiatta o nazione. È d’uopo di un accurato studio su le scritture, che servono di canone ad una dottrina professata come religione, e sulla storia del suo svolgimento, se di quella dottrina si vuole conoscere la natura vera, gli intendimenti originarii. Se ci contentassimo di un primo sguardo al culto esterno di qualsiasi credenza, indubitatamente si cadrebbe in errore, anche se si trattasse di giudicare la più perfetta delle religioni del mondo. Una persona affatto ignara dell’indole del Cristianesimo, che volesse giudicarlo in una chiesa cattolica durante le cerimonie religiose, o da un sermone domenicale recitato in un tempio protestante, non si potrebbe fare che un falso concetto della religione di Gesù. Lo stesso avverrebbe a noi se si entrasse in un Câitya, in un Vihâra, in una Pagoda, e si volesse decidere del Buddhismo, guardando all’altare del tempio, ai preti che vi officiano, alle immagini che lo adornano, alle preci che recitano i fedeli o ai loro atti.
Ma torniamo all’argomento. Le immagini che si veggono nei templi buddhici, sono o non sono Dei? — Prima di rispondere a tale domanda, è necessario dire come sono nati questi personaggi, che rivestono un’apparenza divina. E, in-