e l’influenza del Karma. Persuaso di questa verità, ti rimane a conoscere la cagione che produce il nome e la forma. Appena che tu volga il pensiero a quel che ti dico, t’anderà via ogni dubbio dall’animo. Che differenza tra i seguaci d’altre dottrine, i quali non si pigliano la pena d’indagare la natura degli Esseri, nè la cagione della loro esistenza! Essi sono tenaci nelle loro credenze; e muoiono dicendo, che quel che l’ignorante dominato dall’illusione suol chiamare un animale, un re, un suddito, un piede, una mano ecc., sono realmente animali, re, sudditi, piedi, mani. Questi cotali sono veramente ripieni d’errore; ond’egli avviene che seguono varie strade; e noi contiamo, fra loro, più di sessanta scuole, tutte differenti, ma tutte unite, con uguale ostinatezza, a rigettare la vera dottrina del Buddha. — Costoro sono dannati a vagare incessantemente nel circolo delle infinite esistenze. — Quanto è diversa la condizione de’ veri credenti, nostri seguaci! Essi sanno che gli esseri viventi, che abitano il mondo, hanno una causa; ma comprendono la follia d’andarne a ricercarne l’origine e la causa prima: la qual cosa è al di sopra della capacità delle più nobili intelligenze. Gli è evidente, per esempio, che i semi di un’erba o d’un albero contengono in se stessi il principio della riproduzione; ma qual sia questo principio nessuno presume saperlo. I nostri discepoli sanno bene che quello che i volgari chiamano uomo, donna, cavallo, insetto, non sono che distinzioni illusorie, che svaniscono innanzi agli occhi del saggio; il quale non vede altro in tutto quel che lo circonda, se non che nome e forma, ossia ciò che è prodotto da Karma e da Avidyâ. I quali non sono nè l’uomo, nè la donna; ma ne sono le cause efficienti. Quel che io dico rispetto all’uomo e alla donna può dirsi di tutti gli altri esseri. Essi tutti sono il resul-