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parte prima | 163 |
si rendono possibili gli effetti che le cose producono sugli organi corporali, si chiama vita dei sensi. — Se, per esempio, un oggetto si presenta all’organo della vista, ne resulta, come necessaria conseguenza, la percezione o idea di quella tal cosa. Le operazioni della mente seguono anche lo stesso procedimento di quelle degli altri sensi; e nascono per l’azione delle idee, le quali, a lor volta, derivano dai sensi: precisamente come la vista è prodotta dall’azione della cosa esterna sull’organo visivo. La mente è inoltre la principal causa del movimento muscolare.1 Gli altri Skandha poi non sono che un resultato delle idee, nate dal contatto degli oggetti esterni con gli organi dei sensi, o delle diverse operazioni del Manas o senso interno.
Queste parti (skandha), le quali colla loro unione e armonia formano quel che si chiama un Essere senziente, cessano di produrre i loro effetti, quando cessano le relazioni armoniche che sono fra l’una e l’altra. La morte è conseguenza della dissoluzione delle parti che compongono il corpo, cioè del disfacimento dei cinque Skandha.
Le idee, che sono il prodotto dei sensi, e le operazioni della mente, nominate nei tre ultimi Skandha, sono insieme designate coll’appellativo di Arûpa dharma, o cose senza forma; in opposizione al Rûpa, che comprende gli organi, o gli strumenti delle idee. L’Arûpa dharma comprende le idee, e il resultato delle idee. Le idee si dividono: 1.° in idee che sono proprie agli esseri, che soggiacciono totalmente alla influenza delle passioni; 2.° idee proprie degli esseri, che non sono ancora giunti a liberarsi dalla sensualità; 3.° idee di coloro che si sono affatto separati da tutto ciò che è mondano, e si deliziano nella