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152 parte prima

che la occupano sono dotati di libertà d’azione; essi possono acquistarsi meriti o demeriti, darsi alla virtù o al vizio. È per gli abitanti della terra, è per l’uomo che il Buddha ha rivelato la sua Legge; appunto per la libertà che l’uomo ha di riconoscere e comprendere la verità, e di operare virtuosamente. Gli abitanti del Cielo; o dell’Inferno non sono che enti passivi, che soffrono o godono, a cagion delle opere che fecero quando erano uomini sulla Terra. Essi cesseranno d’essere abitatori del Cielo o dell’Inferno, arrivato che sarà il termine delle loro ricompense e delle loro pene, per rinascere di nuovo sulla Terra, in questo luogo di prova, fino a che, passando d’espiazione in espiazione, si sieno resi degni del Nirvâna.

Il Cielo, o per dir meglio i Cieli, sono detti Dêvalôka, abitazione degli Dei. Sono sei, e si chiamano: 1. Catur-mahârâja-kâyika, 2. Trayastrimça, 3. Yâma, 4. Tushita, che è alla sommità del monte Meru, 5. Nirmânarati, 6. Paranirmita-vaçavartin. — Al disopra di tutto questo sistema v’è un altro mondo, detto Brahmalôka, o il mondo della sapienza; il quale si divide in Rûpa Brahma-lôka, e Brahma-lôka.1 Sono mondi ai quali l’uomo non può giungere se non con la mente, per via della meditazione e della contemplazione. Ivi i piaceri sono tutti intellettuali. Solo lo spirito, come rapito in una continua estasi, è capace di assaporare le gioie che vi si godono: il corpo è dimenticato, e negletto; reso inutile, perchè nulla in quel mondo è atto a destare godimenti sensuali. Il Rûpa Brahma-lôka si divide in quattro regioni, alle quali gli esseri possono in-


  1. Vedi più innanzi, dove si tratta della natura degli esseri, del Rûpa e Arûpa.