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parte prima | 149 |
semplice Cosmologia; secondo la quale esso è concepito nel modo che ora siamo per esporre.
Quattro cose, dicono i Buddhisti, sono incommensurabili, la sapienza del Buddha, lo spazio, la quantità degli esseri viventi e il numero dei mondi. — Il numero dei corpi che popolano lo spazio è incalcolabile. Supponete, ci dicono alcuni libri canonici, che una estensione di cielo, la quale potesse contenere mille milioni di pianeti e di stelle, fosse circondata da un’immensa muraglia, e che così fatto mostruoso granaio venisse ripieno di granelli di senape; il numero di quei granellini non equivarrebbe al numero dei mondi che esistono.1 — I corpi celesti, secondo questa cosmologia, sono aggruppati in sistemi, ciascuno dei quali ha il suo sole, la sua terra, la sua luna. Il numero di questi sistemi è pure incalcolabile. La porzione di spazio celeste che può essere illuminata da ciascun sole, si chiama Cakravâla, e abbraccia tutte le parti di un universo o mondo Buddhico. Queste regioni del cielo, Cakravâla, sono pur esse incalcolabili, perchè incalcolabile è il numero dei soli, destinati a irradiare della loro luce altrettanti sistemi cosmici.2 Lo spazio è conseguentemente infinito, essendo destinato a contenere infinito numero di mondi e infinito numero di Cakravâla, riunioni di mondi.3
L’universo è diviso in Cielo, Inferno, Terra e Nirvâna.4 E gli esseri sono sparsi o pel Cielo, o sulla Terra, o nell’Inferno; trasmigrando a vicenda dall’uno all’altro luogo, a seconda delle loro azioni. Il Nirvâna è de-