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148 parte prima

vie, il Karma procede nelle sue operazioni, o come la serie delle esistenze sia incominciata. Per un buddhista è tanto assurdo il domandare in qual parte dell’albero esiste il frutto prima che il fiore lo abbia prodotto, quanta il domandare dove trovasi il Karma innanzi che abbia incominciato a esercitare la sua potenza.1 Il Buddhismo, conclude lo Spence Hardy, stimando Karma come supremo regolatore dell’universo, è un sistema ateistico; egli ignora l’esistenza d’una divinità intelligente e personale.2 Quando fra poco parleremo della metempsicosi, vedendo infatti l’efficacia che Karma ha nella vita degli esseri, conosceremo meglio la verità di questa asserzione.

Tutto ciò che esiste si comprende in due parti; quel che è destinato a trasformarsi obbedendo al principio della mutabilità, come la materia, le sue modificazioni e tutti gli esseri i quali hanno una causa; e quel che è eterno, immutabile, come la Legge e il Nirvâna. I quali non hanno causa, sono esistenti di per sè stessi, eterni, e capaci di condurre al di fuori di ciò ch’è cagione di mutabilità.3

Rinunziando i Buddhisti all’idea d’un creatore, e, come abbiam visto, d’una causa qualunque, che abbia dato principio alle cose; essi non hanno Genesi, mancano di Cosmogonia. La loro scienza del mondo non si riduce pertanto che ad una descrizione dell’universo, ad una


  1. Hardy, p. 392.
  2. Ibidem, p. 399.
  3. Bigandet, p. 433. — Parlando di causa, non si creda che si faccia qui allusione a una causa prima, in contradizione a quanto si è detto di sopra; vedremo fra poco in che consista questa causa, quando parleremo di quella serie di cause e di effetti, che è conosciuta nel Buddhismo col nome di Nidana.